Velluto Mason's: Pantaloni e Capispalla Uomo Donna

Il velluto porta con sé un’eredità ingombrante. Nato come tessuto di lusso, riservato a nobiltà e clero, ha attraversato i secoli senza mai perdere l’aura di materia preziosa ma difficile da maneggiare. Troppo legato all’idea di sfarzo per sembrare quotidiano, troppo usato nei revival per sembrare davvero nuovo.
Nella collezione Mason’s FW25 questa ambiguità viene rovesciata. Il velluto non è citazione né ornamento, ma un tessuto che torna a misurarsi con il taglio sartoriale: pantaloni e capispalla che ne sfruttano profondità, calore e struttura per ridefinire il ruolo di un materiale antico in un guardaroba moderno.
Origini e storia del velluto
Il velluto nasce come tessuto di lusso: nel Medioevo vestiva nobiltà e clero, più simbolo di potere che di stile. Con il Rinascimento diventa il materiale prediletto per gli abiti da cerimonia e le divise di corte, emblema di una ricchezza che voleva mostrarsi.
Nella moda moderna attraversa più vite. Negli anni ’20 compare negli abiti da sera femminili, morbido e lucente sotto le luci elettriche. Negli anni ’70 diventa divisa bohemien, pantaloni a zampa e giacche dai colori saturi, mentre negli anni ’90 torna come tessuto “difficile”, usato da Armani e Versace per dare profondità ai blazer. Sempre elegante, sempre riconoscibile, ma raramente pensato come capo quotidiano.
La collezione Mason’s FW25 riparte da questa eredità: non costume, non citazione nostalgica, ma un tessuto che rientra nel guardaroba attraverso il taglio sartoriale di pantaloni e capispalla.
Velluto uomo FW25: modelli, tessuti e fit
Nel guardaroba maschile Mason’s il velluto non è un revival estetico, ma una materia che si misura con la precisione del taglio. Il Chile si sdoppia: jogger con coulisse in vita e cargo tradizionale, proposti in velluto a 1500 e 500 righe. Due interpretazioni opposte dello stesso capo: sportivo e rilassato il primo, più vicino all’heritage militare il secondo.
L’Harris, 5 tasche slim fit, porta il linguaggio del denim dentro il velluto, confermando che il modello più “popolare” può reggere anche un tessuto nobile. All’estremo opposto, il Milano Jogger in velluto 500 righe, extra slim fit, è quasi una provocazione: una silhouette affilata che contraddice la morbidezza del tessuto. L’Osaka, carrot fit nello stesso velluto, lavora invece sulla costruzione dei volumi: bacino ampio, fondo stretto, equilibrio architettonico.

Il Torino, slim fit in velluto 1500 righe, rimane il più classico: asciutto ma non rigido. Il New York, regular fit in velluto 100 righe, anche nella versione con pinces, aggiunge struttura formale e un registro più sartoriale.
La collezione non si limita ai pantaloni. Il velluto si estende ai capispalla con il blazer Da Vinci in velluto 500 righe, pensato per costruire completi, e con le overshirt Firenze e Steve, che spostano il tessuto in un contesto più quotidiano. È la conferma che per Mason’s il velluto non è un costume da stagione, ma un linguaggio coerente per l’inverno maschile.

Velluto donna FW25: modelli, fit e capispalla
Nella collezione femminile Mason’s il velluto non è un tessuto da revival ma una materia che prende forma in costruzioni precise. Il Dallas Wide, cargo in velluto a coste, lavora con proporzioni ampie e dettagli workwear: tasche fatigue e struttura essenziale che trasformano l’ispirazione utility in linguaggio urbano.
Il cuore della linea resta il New York, declinato in diverse versioni. Lo Straight, chino a gamba dritta, dimostra come il velluto possa sostenere una silhouette essenziale senza appesantirla. Il Cozy e il Carrot accentuano i volumi, con vestibilità più morbide che si restringono al fondo mantenendo equilibrio. Lo Slim interpreta il velluto con un taglio netto e linee asciutte. La gamba segue il corpo senza costringerlo, restituendo al tessuto la sua eleganza più controllata. È la prova che il velluto può essere essenziale senza perdere intensità.

Accanto, altri modelli ampliano la gamma: lo Jaqueline Archivio, slim fit, che lavora sulla pulizia della linea con un richiamo all’eleganza classica, e il Chile Jogger, in jersey velluto con elastico in vita, che porta il tessuto dentro l’athleisure con una caduta morbida e naturale.
Non viene mai utilizzato in forma pura, ma sempre in miscele di tessuti che ne migliorano morbidezza e comfort. Si presta particolarmente bene ai trattamenti speciali come l’effetto marmorizzato, che valorizza la texture del capo e ne esalta la tridimensionalità.
Il discorso si completa con i capispalla: il gilet Ellen in velluto a coste larghe, la giacca Karen e il giubbotto Amy mostrano come il velluto possa reggere sia la verticalità sartoriale sia il registro più informale. In tutti i casi non è il tessuto a dettare il tono, ma la costruzione: pinces, tagli e fit che trasformano il velluto da materiale decorativo a strumento di misura.

La nuova forma del velluto
Il velluto ha sempre oscillato tra lusso e ostentazione, tra il desiderio di apparire e la paura di esagerare. Mason’s FW25 lo riporta al suo punto d’equilibrio: non un tessuto da palcoscenico, ma un materiale che vive di costruzione e misura.
Nei pantaloni e nei capispalla, uomo e donna, il velluto ritrova una funzione reale — calore, struttura, profondità — senza perdere carattere. È qui che la collezione trova la sua forza: trasformare un simbolo di eleganza antica in una forma di contemporaneità sartoriale.
FAQ – Velluto Mason’s
Quali sono le proprietà del velluto?
Il velluto è un tessuto caldo, morbido e resistente alle pieghe. La sua superficie tridimensionale trattiene il calore e conferisce profondità visiva ai capi. Nelle versioni Mason’s è sempre miscelato con altre fibre per migliorare comfort, elasticità e durata.
Cosa si abbina con il velluto?
Il velluto si abbina meglio a materiali che ne bilanciano la ricchezza visiva: lane leggere, cotoni compatti o jersey tecnici. Un pantalone in velluto può essere portato con un blazer coordinato per un look formale o con una field jacket per un contrasto più urbano.
Che giacca indossare sopra un vestito in velluto?
Le linee pulite funzionano meglio: una giacca corta in lana, un blazer in tinta neutra o un cappotto strutturato in tono su tono. L’importante è non aggiungere peso visivo — il velluto basta da solo a costruire la presenza del look.
Come si lavano e si trattano i capi in velluto?
Il velluto va trattato con cura: lavaggio delicato a basse temperature o, meglio, pulizia professionale a secco. Evitare centrifuga e stiratura diretta; per ravvivare la trama basta il vapore, che restituisce volume e morbidezza senza alterare il colore.